L’OMS: gli ipertesi raddoppiano ma non sanno di esserlo

Ipertensione: impariamo a conoscerla per combattere malattie mortali come ictus e infarti. Lo studio dell’OMS presentato durante la 78esima sessione delle Nazioni Unite dimostra come il numero degli ipertesi sia aumentato mentre diminuisce l’importanza che diamo a questa condizione.

È quanto emerso dall’ultima indagine resa nota dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: gli ipertesi aumentano ma non sanno di esserlo. I più colpiti sono sicuramente i Paesi a medio e basso reddito ma anche in Italia aumenta il numero coinvolgendo il 34% della popolazione tra i 30 e 79 anni.

Ipertensione: impariamo a conoscerla e a riconoscerla

Il problema principale che riguarda questa condizione è sicuramente la consapevolezza di esserne affetti. Addirittura quasi la metà degli ipertesi non sa di esserlo e questo impatta moltissimo sul decorso di ictus e infarti, oltre ad insufficienze cardiache e malattie ai reni. Per essere definiti ipertesi bisogna registrare una pressione cardiaca pari o superiore ai 140/90mmHg.

Il numero di persone che assumono farmaci antipertensivi è raddoppiato dal 1990 al 2019.

Le cause dell’ipertensione

Sicuramente gioca un ruolo importante l’aumento dell’aspettativa di vita e di conseguenza l’invecchiamento della popolazione mondiale, incidendo negativamente sulle statistiche sul monitoraggio della salute. Ciò che sottovalutiamo sono invece le cause che ci portano a diventare degli ipertesi e la facilità con cui potremmo evitare questa condizione solo cambiando in minima parte le nostre abitudini quotidiane.

Il fumo di sigaretta è tra le maggiori cause di ipertensione, unito al consumo eccessivo di sale a tavola e ad una scarsa o nulla attività fisica.

Sottovalutare l’ipertensione è mortale

Anche quando sappiamo di essere ipertesi non cambia la nostra percezione rispetto alla malattia. Molte persone considerano l’assunzione dei farmaci antipertensivi come sostituto a uno stile di vita sano e una alimentazione equilibrata. Anche nelle strutture sanitarie la condizione è spesso trattata come secondaria, quando l’OMS sostiene che intervenire seriamente sul tema impatterebbe seriamente sulle morti che provoca. Aumentare il numero di pazienti che riescono a tenere sotto controllo l’ipertensione in modo efficace preverrebbe 76 milioni di decessi, 120 milioni di ictus, 79 milioni di attacchi cardiaci e 17 milioni di casi di insufficienza cardiaca da qui al 2050.

Curare l’ipertensione non è costoso ma salva molte vite

Come ammonisce il direttore generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus, curare la pressione alta non è dispendioso per le strutture sanitarie e i benefici economici derivanti da un miglioramento della prevenzione hanno un rapporto di 18 a 1.

La prevenzione e l’informazione restano le armi fondamentali per salvare molte vite umane. Prenotare una visita cardiologica o semplicemente consultare il tuo medico di base può salvarti da moltissime malattie cardiovascolari.

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